Corso di Cartografia Numerica

Istituto Universitario di Architettura di Venezia
Corso di Diploma in Sistemi Informativi Territoriali (prof.ssa Alberta Bianchin)
Lezioni ed esercitazioni a cura di Markus M. Hedorfer


5. Un Esempio di Carta Numerica

Argomento trattato durante le lezioni dell'8, 15 e 29 aprile e del 6 maggio 1997.

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Sommario di questa pagina:5. Un Esempio di Carta Numerica


1. La Copertura (Coverage) MDRMPCOV

Il foglio d'esempio realizzato per il corso di cartografia numerica riguarda una porzione del territorio della terraferma veneziana che interessa l'area delimitata approssimativamente dalla Piazza del Mercato di Marghera, da alcuni stabilimenti della Prima Zona Industriale di Porto Marghera, dallo scalo ferroviario antistante Chirignago e da una parte del Quartiere Piave-1866 di Mestre.

Il suo nome MDRMPCOV è un acronimo che sta per Modello Digitale della Realtà Materialmente Percepibile (Coverage). La sua struttura è una copertura (in inglese coverage) poligonale di Arc/Info che contiene però anche alcuni elementi lineari (oggetti monodimensionali nello spazio bidimensionale) che non fungono da confine tra poligoni. I confini tra poligoni possono essere sia elementi lineari per convenzione che per deduzione, mentre gli elementi lineari che non hanno il ruolo di confine sono sempre elementi lineari per convenzione.

Sono disponibili i seguenti files che possono essere salvati sul proprio PC selezionando i nomi con il mouse. Attenzione però: si presume che chi salva uno di questi files abbia seguito le lezioni, dove sono state fornite le indicazioni su come procedere per utilizzarli, o che abbia già letto quanto descritto su questa pagina e sulle pagine che trattano gli argomenti correlati. Se così non dovesse essere, conviene prima procedere a qualche minuto di lettura o farsi raccontare le cose dai colleghi del corso...

File
Descrizione del Contenuto
mdrmpcov.tgz
  • File di interscambio di Arc/Info mdrmpcov.e00 contenente la copertura (carta numerica) d'esempio.
  • mdrmp.tgz
  • File di interscambio di Arc/Info mdrmpcov.e00 contenente la copertura (carta numerica) d'esempio.
  • File di progetto di ArcView mdrmpcov.apr contenente una visualizzazione degli attributi poligonali e lineari ottenuta con gli strumenti di costruzione interattiva delle legende di ArcView.
  • File di legenda di ArcView mdrmppol.avl contenente la legenda della visualizzazione degli attributi poligonali di mdrmpcov.apr.
  • File di legenda di ArcView mdrmplin.avl contenente la legenda della visualizzazione degli attributi lineari di mdrmpcov.apr.
  • step0001.tgz
  • File di interscambio di Arc/Info mdrmpcov.e00 contenente la copertura (carta numerica) d'esempio.
  • File di progetto di ArcView step0001.apr contenente una visualizzazione degli attributi lineari di mdrmpcov.apr utilizzando una query sulla tabella mdrmpcov.aat che seleziona i muri perimetrali di tutti gli edifici.
  • step0002.tgz
  • File di interscambio di Arc/Info mdrmpcov.e00 contenente la copertura (carta numerica) d'esempio.
  • Tabella descpol1.dbf in formato dBASE III contenente gli identificatori numerici del campo tipo della tabella mdrmpcov.pat e le relative descrizioni testuali.
  • File di progetto di ArcView step0002.apr contenente quanto contenuto in step0001.apr e una visualizzazione degli attributi poligonali di mdrmpcov.apr utilizzando un join tra la tabella mdrmpcov.pat e descpol1.dbf attraverso il campo tipo di entrambe le tabelle.
  • step0003.tgz
  • File di interscambio di Arc/Info mdrmpcov.e00 contenente la copertura (carta numerica) d'esempio.
  • Tabella descpol1.dbf in formato dBASE III contenente gli identificatori numerici del campo tipo della tabella mdrmpcov.pat e le relative descrizioni testuali.
  • File di progetto di ArcView step0003.apr contenente quanto contenuto in step0002.apr e nel quale la legenda della visualizzazione degli attributi lineari è gestita esclusivamente tramite queries.
  • step0004.tgz
  • File di interscambio di Arc/Info mdrmpcov.e00 contenente la copertura (carta numerica) d'esempio.
  • Tabella descpol1.dbf in formato dBASE III contenente gli identificatori numerici del campo tipo della tabella mdrmpcov.pat e le relative descrizioni testuali.
  • File di progetto di ArcView step0004.apr contenente le analisi spaziali sulle aree potenzialmente destinabili ad aree a verde attrezzato.
  • steps.tgz
  • File di interscambio di Arc/Info mdrmpcov.e00 contenente la copertura (carta numerica) d'esempio.
  • Tabella descpol1.dbf in formato dBASE III contenente gli identificatori numerici del campo tipo della tabella mdrmpcov.pat e le relative descrizioni testuali.
  • File di progetto di ArcView mdrmpcov.apr contenente una visualizzazione degli attributi poligonali e lineari ottenuta con gli strumenti di costruzione interattiva delle legende di ArcView.
  • File di legenda di ArcView mdrmppol.avl contenente la legenda della visualizzazione degli attributi poligonali di mdrmpcov.apr.
  • Files di progetto di ArcView step0001.apr, step0002.apr, step0003.apr e step0004.apr.
  • 2. La Consultazione di MDRMPCOV con ArcView

    Prima di poter consultare, interrogare e modificare una copertura creata da un'altra persona con un altro calcolatore (magari anche con un software e un altro sistema operativo) occorre eseguire tre passaggi:

    1. Recupero dei dati da fonti in linea (sito Gopher, FTP o HTTP) o da un supporto magneto (dischetti floppy, dischi rigidi removibili, nastri magnetici o CD-ROM).
    2. Ripristino delle directories e dei files compattati.
    3. Conversione dei formati dei files ricevuti nel formato del software utilizzato.

    2.1. Recupero

    Paragonando le procedure di recupero, ripristino e conversione dei dati che si intendono utilizzare a ciò che di solito si fa quando si acquista, per esempio, un set di piatti per la casa, la fase del recupero corrisponde all'andata al negozio, dove si spiega al commesso o alla commessa quello che si vuole e da dove si porta a casa la merce acquistata e opportunamente imballata.

    Anche la merce digitale, come dati e software, viene offerta sul 'mercato telematico' (a volte gratis, a volte dietro pagamento) con un 'imballaggio' adatto al 'trasporto' dal negozio virtuale a casa nostra o in ufficio. Come nel caso del set di piatti, anche un insieme di dati geografici deve essere posto in uno 'scatolone' adatto. Bisognerà anche qui stare attenti che i dati non 'sbattino' uno contro l'altro danneggiandosi a vicenda e che durante l'imballaggio si risparmi il più possibile spazio per evitare che il trasporto diventi troppo complicato.

    Lo 'scatolone' è, per la merce virtuale, di solito un particolare tipo di archivio (file) che consente di immagazzinare i files che contengono effettivamente i dati ed eventuali files di contorno, come programmi per la gestione dei dati o testi che spiegano come sono fatti i dati (metadati) e come si utilizzano. Gli strumenti informatici che consentono di creare questi archivi estesi aggiungono poi le necessarie informazioni su come sono disposti all'interno di questo unico file i singoli files da trasportare. Se queste informazioni non ci fossero, sarebbe impossibile rimettere successivamente insieme nel modo corretto i files trasportati (è un po' come le palline di polistirolo che separano i piatti).

    La tecnica di disporre in modo 'economico' gli oggetti (files) nello 'scatolone' corrisponde invece, nell'informatica, agli algoritmi di compressione. Sono particolari funzioni matematiche che consentono di riorganizzare l'intero contenuto di un file in modo da eliminare, per esempio, le ripetizioni di parole che sono particolarmente 'sprecone' di spazio. Se, in un file di testo di 10.000 byte (10.000 caratteri) compare cento volte la parola "Amministrazione" (15 caratteri + 1 carattere spazio = 16 byte), si può stabilire che "Amministrazione " viene sostituito da "@#" (una combinazione di due caratteri che non compare altrove nel testo e che occupa solo 2 byte). Anziché archiviare cento volte 16 byte (= 1600 byte) si archivieranno cento volte soltanto 2 byte risparmiando così ben 1400 byte (Ovviamente bisognerà anche togliere i byte che servono per assegnare "@#" a "Amministrazione "). I programmi di compressione dei files utilizzano naturalmente algoritmi molto più potenti per ridurre le dimensioni anche di files grafici e altri archivi binari.

    Il primo file di 'trasporto' che ora si considera si chiama mdrmpcov.tgz e si trova all'indirizzo internet http://cidoc.iuav.unive.it/~hedorfer/docs/dgcav/mdrmpcov.tgz. Prima di salvarlo sul proprio PC, occorre tuttavia predisporre una directory apposita nella quale eseguire le esercitazioni. Per convenzione, propongono di chiamare questa directory di lavoro c:\utenti\cartnum1. Se non esiste già sul calcolatore bisognerà crearla avviando il prompt di MS-DOS e digitare quanto segue (la directory in cui ci si trova dopo aver avviato il prompt di MS-DOS è probabilmente c:\windows):

    A questo punto si può avviare il browser internet (di solito Netscape Navigator o Microsoft Explorer) e digitare la locazione (URL = Uniform Resource Locator) http://cidoc.iuav.unive.it/~hedorfer/docs/dgcav/mdrmpcov.tgz. A seconda della configurazione del proprio PC, possono ora apparire due messaggi differenti:

    Dopodiché appare una finestra intitolata "Save As..." dove si può specificare in quale posizione salvare il file. Indicando la directory c:\utenti\cartnum1 e lasciando il nome del file invariato (mdrmpcov.tgz), bisogna premere il pulsante "Salva" e attendere finché è terminata l'operazione (può a volte anche richiedere alcuni minuti).

    2.2. Ripristino

    Messo nello 'scatolono' virtuale e opportunamente compresso, il file giunge quindi al destinatario che si deve ora occupare delle procedure di 'disimballo' della merce telematica. A questo proposito è naturalmente indispensabile che utilizzi gli stessi programmi che il fornitore dei dati ha utilizzato per l'imballaggio. Un elenco dei formati e dei programmi più comuni si trova alla pagina "Procedure per lo Scambio dei Dati".

    I programmi che servono per ripristinare i files originali contenuti in mdrmpcov.tgz sono GNU ZIP e TAR per DOS. Se questi due programmi non sono ancora installati sul proprio PC, si può procedere nel modo seguente:

    1. Creare una dircetory apposita dove installare i files per il 'disimballo' dei files GNU ZIP-TAR. Durante le esercitazioni, si è utilizzata per questo scopo la directory c:\progwin3\zip.
    2. Andare alla locazione http://cidoc.iuav.unive.it/~hedorfer/docs/dgcav/utility/gzip.exe e salvare il programma eseguibile sul proprio PC.
    3. Andare alla locazione http://cidoc.iuav.unive.it/~hedorfer/docs/dgcav/utility/tar.exe e salvare il programma eseguibile sul proprio PC.
    4. Editare (con EDIT di MS-DOS o con NOTEPAD di Windows) il files AUTOEXEC.BAT (se si lavora in DOS) o il file batch indicato nella finestra "Proprietà" dell'applicazione Prompt di MS-DOS (DOSPRMPT.EXE) di Windows 95 aggiungendo la riga
      path=%path%;c:\progwin3\zip
      che fa sì che non bisognerà più digitare l'intero percorso (c:\progwin3\zip\gzip e c:\progwin3\zip\tar) ma semplicemente gzip e tar.
    5. Ritornare alla riga di comando e spostarsi nella dircetory c:\utenti\cartnum1 che ora dovrebbe contenere solo il file mdrmpcov.tgz.
    6. Eseguire GNU ZIP sul file mdrmpcov.tgz digitando dalla riga di comando
      gzip -d mdrmpcov.tgz
      per decomprimere il file. Dopodiché mdrmpcov.tgz sarà sostituito da mdrmpcov.tar che è un file TAR che contiene al suo interno il file mdrmpcov.e00 dentro una directory chiamata mdrmp (a questo punto questa directory non esiste ancora sul PC)
    7. Eseguire TAR sul file mdrmpcov.tar digitando dalla riga di comando
      tar -xvf mdrmpcov.tar
      per ripristinare definitivamente la struttura delle directories e dei files.

    Ora nella directory c:\utenti\cartnum1 sarà presente ancora il file mdrmpcov.tar, ma anche la directory mdrmp. Dentro la directory mdrmp, invece, si trova il file di interscambio di Arc/Info mdrmpcov.e00.

    2.3. Conversione

    L'ultima operazione, prima di poter accedere ai dati con l'ausilio di un software dedicato (nel nostro esempio ArcView), riguarda la riscrittura degli archivi decompressi e 'disimballati' secondo le specifiche (formato) del software in questione. Anche qui può ancora essere d'aiuto il paragone con il set di piatti: ognuno, a casa propria, seguirà delle procedure diverse per disporre i piatti nei vari armadi. Qualcuno potrebbe preferire ordinarli secondo il colore, qualcun altro secondo la dimensione e la forma, e qualcun altro ancora potrebbe addirittura trovarsi meglio con una disposizione apparentemente disordinata...

    La stessa cosa succede con gli archivi digitali. Ogni ditta che produce uno specifico software preferisce organizzare i dati in modo da corrispondere meglio alle caratteristiche e funzionalità del programma. Questi formati proprietari presentano tuttavia un inconveniente particolarmente problematico: nessuno, a parte i programmatori assunti dalla ditta, conosce il modo di organizzare i dati. Mentre per i files di testo può spesso bastare un po' di tenacia e fantasia per dedurre l'organizzazione dei dati, nei files binari bisogna assolutamente conoscere il modo di interpretare i valori registrati. Un file binario è una successione apparentemente incomprensibile di coppie di valori esadecimali, dove per esempio "E6" (per distinguere i valori esadecimali da quelli decimali, spesso si usa anteporre alla coppia di valori uno zero seguito da una "x"; anziché scrivere "E6" si scriverà quindi "0xE6") sta per il valore binario "III00II0" che, nel sistema decimale, corrisponde al numero 230 il quale, a sua volta, identifica in DOS il carattere "µ" e in Windows il carattere "æ". Ecco perché i files binari appaiono come riempiti di soli caratteri strani e possono talvolta produrre anche degli effetti come suoni e, se ci va male, il blocco del sistema, quando il valore è inferiore a 0x20 = 32 (carattere spazio). A dire il vero, anche un file di testo è un file binario. Esistono però degli standards universalmente riconosciuti su come interpretare le coppie di valori esadecimali, di cui i più duffusi sono l'ASCII (American Standard Code for Information Interchange), quello dell'ANSI (American National Standards Institute) e quello OEM (Original Equipment Manufacturer) della IBM. Essendo quindi questo formato binario praticamente l'unico ad essere interpretabile effettivamente da tutti, è utile distinguere tra files di testo e (altri) files binari.

    Visto che i files di testo hanno questa caratteristica di essere interpretabili da tutti, la cosa più ovvia sarà quindi comunicare tra software diversi utilizzando questo particolare formato. Visto però anche che esistono comunque alcune differenze tra i formati citati sopra, si è convenuti di utilizzare soprattutto la codifica ASCII. l'ASCII è lo standard su cui si basano tutti gli altri: i caratteri ASCII compresi tra 0x20 (= 32, carattere spazio) e 0x7E (= 126, carattere tilde "~"), infatti, sono uguali sia nel set di caratteri ANSI (utilizzato da Windows) che in quello OEM IBM (utilizzato da DOS). Un archivio di testo che quindi utilizza solamente questi caratteri sarà interpretabile con gli editor di testo standard forniti con i vari sistemi operativi, come VI di UNIX, EDIT di DOS o NOTEPAD di Microsoft Windows. Tra gli archivi di testo di UNIX e DOS esistono solamente delle piccole differenze per quanto riguarda la gestione dei ritorni a capo (caratteri di fine riga) e dei caratteri di fine file; per gli utilizzatori di UNIX sono però disponibili due programmi (DOS2UNIX e UNIX2DOS) che adattano un testo DOS a UNIX e viceversa. Per comunicare, dunque, tra software e sistemi operativi diversi, si utilizzano generalmente dei files di testo che utilizzano i caratteri fino a 0x7E e che seguono una particolare sintassi accettata da tutti coloro che intendono produrre o leggere questi files. Per il fatto che questi formati di files di testo sono leggibili e interpretabili da tutti, si parla generalmente di formati di interscambio. Esempi di formati di interscambio per documenti di testo formattato (contenenti, cioè, non solamente i caratteri, ma anche informazioni sulla dimensione e lo stile delle lettere, la disposizione dei paragrafi e così via) possono essere il Rich Text Format (RTF) o, più recentemente, anche lo Hypertext Markup Language (HTML). Una riga di testo come

    dove la parola "grassetto" deve essere scritta in grassetto, la parola "corsivo" in corsivo e la parola "grassetto-corsivo" sia in grassetto che in corsivo, verrà codificata in un file RTF come

    e in un file HTML come

    Anche i files di interscambio per dati grafici e geografici sono generalmente files di testo che agiscono in modo analogo. Nella tabella riportata sulla pagina "Formati di Interscambio" vengono elencati alcuni formati di interscambio più utilizzati per il trasferimento di dati geografici.

    Il formato di interscambio che serve per poter lavorare in ArcView con dati creati con Arc/Info utilizza un particolare tipo di file di testo, l'Arc/Info Interchange File che normalmente ha l'estensione .e00. Poiché il comando di Arc/Info export (con cui si creano i files di interscambio) consente di spezzare questi files in più files, è però possibile incontrare anche estensioni diverse da .e00. Se, per esempio, si istruisce il comando export a creare quattro files separati per esportare la copertura mdrmpcov, si ottengono, anziché un unico file chiamato mdrmpcov.e00, quattro files chiamati mdrmpcov.e00, mdrmpcov.e01, mdrmpcov.e02 e mdrmpcov.e03. In questo modo è quindi possibile suddividere un'unica copertura in un massimo di cento (da 00 e 99) files di interscambio. Il documento Microsoft Word mdrmpcov.e00.doc (Attenzione: il file 'pesa' più di 3 Mbyte, per salvarlo sul proprio PC conviene scaricare la versione compressa mdrmpcov.e00.doc.zip) riporta integralmente il file di interscambio mdrmpcov.e00. Sebbene il testo sia stato formattato con una dimensione di quattro punti (occorre impostare lo zoom al 200% per vederci qualcosa) e disposto su più colonne, questo documento è ancora lungo ben 125 pagine in formato A4 - il file di solo testo contiene quasi tre milioni di caratteri! Per orientarsi un po' all'interno di questo immenso documento, è possibile 'navigare' tra i segnalibri (selezionare il comando "Segnalibro..." dal menu "Modifica" di Microsoft Word ed impostare "Ordina per:" a "Posizione")

    Prima di poter avviare ArcView per vedere il contenuto della copertura mdrmpcov, è ovviamente necessario importare il file di interscambio di Arc/Info. Con ArcView viene fornita anche un'utilità stand alone (che sta da sola, cioè può essere eseguita senza avviare ArcView e senza bisogno della chiave hardware) che può essere richiamata dal prompt di MS-DOS. L'utilità in questione si chiama import e il suo file eseguibile IMPORT.EXE si trova nella sottodirectory bin della directory dove è installato ArcView (sui PC in aula 5 è la directory c:\progwin3\arcview2). Occorre eseguire i seguenti passaggi.

    1. Editare (con EDIT di MS-DOS o con NOTEPAD di Windows) il file AUTOEXEC.BAT (se si lavora in DOS) o il file batch indicato nella finestra "Proprietà" dell'applicazione Prompt di MS-DOS (DOSPRMPT.EXE) di Windows 95 aggiungendo la riga
      path=%path%;c:\progwin3\arcview2\bin
      che fa sì che non bisognerà più digitare l'intero percorso (c:\progwin3\arcview2\bin\import) ma semplicemente import. In alternativa, è anche possibile digitare questa riga direttamente dal prompt di MS-DOS (in questo modo, la specifica del percorso resta naturalmente attiva solo fino a quando non si chiuda il prompt di MS-DOS).
    2. Riavviare il prompt di MS-DOS e spostarsi nella directory mdrmp che è stata creata 'disimballando' l'archivio TAR digitando
      cd c:\utenti\cartnum1\mdrmp
    3. Eseguire import sul file di interscambio mdrmpcov.e00 per ricreare la copertura mdrmpcov digitando
      import mdrmpcov.e00 mdrmpcov
      ed aspettare. L'operazione può richiedere un po' di tempo. Verranno visualizzati alcuni messaggi sulle operazioni di importazione.
    4. Le operazioni di conversione sono terminate. Ora si può uscire dal prompt di MS-DOS e avviare finalmente ArcView (ora bisogna assicurarsi che la chiave hardware sia correttamente inserita nella porta parallela del PC, altrimenti appare un messaggio di errore e ArcView non parte più). Normalmente, ArcView viene avviato selezionando la relativa icona sul desktop con una doppia pressione del tasto sinistro del mouse. Gli ormai noti problemi di rete sui PC a Palazzo Nani impongono tuttavia di spostarsi con l'applicazione Gestione Risorse o con l'applicazione Risorse del Computer di Windows 95 nella cartella c:\progwin3\arcview2\bin e selezionare con una doppia pressione del tasto sinisto del mouse direttamente il file ARCVIEW.EXE.

    2.4 Consultazione

    Una volta avviato il programma ArcView, si presenta la finestra principale dell'applicazione con la scritta "ArcView" sulla barra del titolo, quattro voci di menu ("File", "Project", "Window" e "Help") e una finestra interna (nel linguaggio tecnico si parla di finestra figlia) con la scritta "Untitled" sulla barra del titolo, tre pulsanti ("New", "Open" e "Print") di cui solo il primo è attivo, a sinistra una casella di riepilogo con cinque icone e le relative scritte ("Views", "Tables", "Charts", "Layouts" e "Scripts") e a destra una casella di riepilogo vuota.

    Come molti software GIS, anche ArcView è organizzato per moduli. Le cinque voci nella casella di riepilogo di sinistra della finestra "Untitled" rappresentano e chiavi di accesso ai vari moduli che hanno le seguenti funzioni.

    1. Views (Viste o Visualizzazioni). In questo modulo è possibile visualizzare graficamente i dati geografici, costruire delle carte tematica, effettuare delle analisi spaziali e così via.
    2. Tables (Tabelle). In questo modulo è possibile vedere, interrogare, relazionare e modificare le tabelle degli attributi delle entità grafiche e altre tabelle alfanumeriche.
    3. Charts (Grafici). In questo modulo è possibile, come per esempio in CorelCHART!, Microsoft Graph o Microsoft Excel, visualizzare graficamente dei dati tabellari costruendo grafici a barre, grafici a "torte" e così via.
    4. Layouts (Presentazioni). In questo modulo è possibile comporre delle pagine stampabili che contengono visualizzazioni, legende, testi esplicativi, grafici, tabelle e altro.
    5. Scripts (Listati). In questo modulo è possibile programmare nel linguaggio di programmazione Avenue. Se si ha dimestichezza con questo linguaggio, si possono ottenere degli ambienti di lavoro in ArcView estremamente efficaci e personalizzare i menu, le procedure, le interrogazioni. Personalizzare l'ambiente di lavoro è particolarmente utile quando ArcView viene utilizzato da persone poco esperte di questo software o dei GIS in generale.

    Per il momento, però, interessano solamente le visualizzazioni. Prima di richiamare la copertura MDRMPCOV, è quindi necessario creare una nuova visualizzazione selezionando la relativa icona dalla casella di riepilogo (all'apertura di ArcView è già selezionata) e premere il pulsante "New". Fatto questo, appare una seconda finestra figlia con la scritta "View1" sulla barra del titolo e la barra del menu della finestra principale risulta essere modificato (è sparita la voce "Project" e si sono inserite le voci "Edit", "View", "Theme" e "Graphics"). A questo punto, la finestra dell'applicazione si è un po' 'affollata'. Conviene infatti ingrandirla a tutto schermo premendo il pulasante in alto a destra con la freccia orientata verso l'alto. Ora è possibile disporre comodamente i vari elementi sul desktop. Selezinando ora la finestra "View1" e ora la finestra "Untitled", si vede come cambiano la barra del menu e la barra degli strumenti (i pulsanti con le icone). Ogni singolo modulo di ArcView dispone, infatti, di un proprio insieme di comandi con cui gestire le varie operazioni.

    Prima di aprire effettivamente dei dati geografici, conviene nuovamente ingrandire a tutto schermo anche la finestra figlia "View1". Altrimenti sarà abbastanza difficile vedere bene il disegno. Si preme quindi il pulsante in alto a sinistra della finestra "View1" con la freccia orientata verso l'alto. L'aspetto grafico dell'applicazione è ora molto simile ad una qualsiasi applicazione di Windows con interfaccia a documenti multipli o, brevemente, Applicazione MDI (Multiple Document Interface), come Microsoft Word o altre.

    La finestra "View1" è, come si vede, divisa in due parti: a destra si ha una finestra bianca che ospiterà il disegno e a sinistra si ha una casella di riepilogo che ospiterà la relativa legenda che viene generata automaticamente. Le due voci di menu che ora interesseranno sono "View" e "Theme". Il menu "View" comprende tutti i comandi che si riferiscono alla visualizzazione attualmente aperta nel suo insieme, mentre il menu "Theme" si riferisce ad un singolo elemento della visualizzazione. Per comprendere bene il concetto di tema in ArcView, conviene procedere direttamente all'apertura della copertura MDRMPCOV. Per fare ciò, si devono eseguire i seguenti passaggi.

    1. Si seleziona il menu "View".
    2. Dal menu "View" si seleziona il comando "Add Theme..." ("Aggiungi Tema...").
    3. Appare una casella di dialogo con la scritta "Add Theme" sulla barra del titolo che assomiglia molto alle consuete caselle di dialogo "Apri File" di molte applicazioni per Windows.
    4. Dalla casella di riepilogo "Data Source Types:" si seleziona la voce "Feature Data Source" (la voce "Image Data Source" richiamerebbe delle semplici immagini come fotografie od altro che non sono dei dati geografici in senso stretto).
    5. Tra i pulsanti di opzione "Directories" e "Libraries" si seleziona l'opzione "Directories" (l'opzione "Libraries" utilizza una strutturazione dei files che prescinde dalle directories del sistema operativo e che viene gestita unicamente dal software ArcView).
    6. Nella casella di riepilogo a destra (casella delle directories), si può ora 'navigare' tra le directories e selezionare la directory specifica in cui è posizionata la copertura MDRMPCOV (nei PC in aula 5 è la directory c:\utenti\cartnum1\mdrmp).
    7. Giunto a destinazione, nella casella di riepilogo a sinistra (casella dei dati geografici) appare la scritta "mdrmpcov" accompagnata da una piccola icona che riporta il simbolo convenzionale (in giallo) utilizzato da Windows per rappresentare una directory e, ad esso sovrapposto, l'immagine stilizzata di una cartina geografica (in blu e verde).
    8. Occore selezionare questa piccola icona senza fare doppio click (!).
    9. Ora la lista si è espansa, mostrando altre tre cartine geografiche stilizzate con, accanto, le scritte "polygon", "arc" e "labelpoint". Questi sono i tre tipi di entità grafiche disponibili per la copertura MDRMPCOV (l'entità nodi, purtroppo, non può essere visualizzata in ArcView).
    10. Per vedere i poligoni della copertura MDRMPCOV, si seleziona dalla lista la voce "polygon" e si preme il pulsante "OK".
    11. Ora si è tornati alla finestra della visualizzazione "View1", e sulla casella di riepilogo a sinistra è comparso un abbozzo di legenda intitolato "Mdrmpcov" che riporta, senza testo esplicativo, un'unica casella riempita con un colore scelto a caso da ArcView e un pulsante di selezione. Il tutto è presentato graficamente come se fosse leggermente in rilievo. Questo, dunque, è il primo tema inserito nella visualizzazione "View1".
    12. Se si seleziona con il mouse il pulsante di selezione nel riquadro del tema, nell'area bianca a destra verranno disegnati i dati geografici.

    Così come appare ora, la visualizzazione della copertura MDRMPCOV non fornisce ancora alcuna informazione significativa. L'interfaccia utente di ArcView consente tuttavia di impostare in modo interattivo delle visualizzazioni significative servendosi dell'Editor di Legende (Legend Editor).

    Per avviare questo editor, occorre selezionare con una doppia pressione del tasto sinistro del mouse il tema "Mdrmpcov" nella casella di riepilogo a sinistra (la doppia pressione va effettuata al di fuori della piccola casella di controllo). Appare quindi una nuova finestra figlia (una cosiddetta finestra popup) con la scritta "Legend Editor" nella barra del titolo, due caselle a cascata ("Theme:" e "Field:"), due pulsanti di opzione ("Labels" e "Values"), una serie di pulsanti di cui alcuni disattivati e una tabella dei simboli che, per ora, riporta solamente un rettangolo riempito dello stesso colore con cui sono riempiti i poligoni della visualizzazione. I significati di questi singoli elementi sono i seguenti.

    Per poter impostare una legenda significativa per la copertura MDRMPCOV, occorre prima di tutto dare un'occhiata alle loro tabelle degli attributi. Sebbene si possano consultare e modificare le tabelle anche in ArcView (scorrendo, per esempio, la casella a cascata dell'editor di legende), è tuttavia raccomandabile utilizzare un software dedicato più esplicitamente alla gestione delle basi di dati come, per esempio, dBASE oppure consultare la documentazione che dovrebbe essere fornita con i dati (al momento dell'esame questa documentazione verrà fornita!). Nel caso della copertura MDRMPCOV, la documentazione necessaria affinché si possa procedere ad una consultazione efficace dovrebbe contenere informazioni almeno sul nome (convenzionale e descrittivo) della copertura, sulle entità (geo-)grafiche presenti, sugli eventuali impianti topologici e sui dati attributi (tabelle) associati ai dati geografici.

    1. Nome: MDRMPCOV
    2. Descrizione: Modello Digitale della Realtà Materialmente Percepibile (Carta di Base) di una porzione dell'area urbana di Mestre e Marghera attorno alla stazione ferroviaria di Mestre.
    3. Entità: nodi, confini ("archi", "arcs"), centroidi ("etichette", "labels").
    4. Topologia: lineare, poligonale.
    5. Tabelle di descrizione geometrica generale
      1. mdrmpcov.bnd - Tabella dei confini della copertura (coverage boundary table) contenente un solo record:
      2. Campo
        W
        O
        T
        D
        Descrizione
        XMIN
        8
        18
        F
        6
        Coordinata X più piccola.
        YMIN
        8
        18
        F
        6
        Coordinata Y più piccola.
        XMAX
        8
        18
        F
        6
        Coordinata X più grande.
        YMAX
        8
        18
        F
        6
        Coordinata X più grande.
      3. mdrmpcov.tic - Tabella dei punti di controllo geografico (geographic control point table):
      4. Campo
        W
        O
        T
        D
        Descrizione
        IDTIC
        4
        5
        B
        0
        Identificatore numerico progressivo del punto di controllo in questione.
        XTIC
        8
        18
        F
        6
        Coordinata X del punto di controllo in questione.
        YTIC
        8
        18
        F
        6
        Coordinata Y del punto di controllo in questione.
    6. Tabelle degli attributi delle entità
      1. mdrmpcov.nat - Tabella degli attributi dei nodi (node attribute table):
      2. Campo
        W
        O
        T
        D
        Descrizione
        ARC#
        4
        5
        B
        0
        Identificatore numerico progressivo (campo MDRMPCOV# nella tabella mdrmpcov.aat) di uno degli archi (linee) al quale il nodo in questione è collegato.
        MDRMPCOV#
        4
        5
        B
        0
        Identificatore numerico progressivo del nodo in questione.
        MDRMPCOV-ID
        4
        5
        B
        0
        Identificatore numerico del nodo in questione attribuibile da parte dell'utente.
      3. mdrmpcov.aat - Tabella degli attributi lineari (arc attribute table):
      4. Campo
        W
        O
        T
        D
        Descrizione
        FNODE#
        4
        5
        B
        0
        From-Node. Identificatore numerico progressivo (campo MDRMPCOV# nella tabella mdrmpcov.nat) del nodo di partenza dell'arco in questione.
        TNODE#
        4
        5
        B
        0
        To-Node. Identificatore numerico progressivo (campo MDRMPCOV# nella tabella mdrmpcov.nat) del nodo di arrivo dell'arco in questione.
        LPOLY#
        4
        5
        B
        0
        Left-Polygon. Identificatore numerico progressivo (campo MDRMPCOV# nella tabella mdrmpcov.pat) del poligono situato a sinistra dell'arco in questione.
        RPOLY#
        4
        5
        B
        0
        Right-Polygon. Identificatore numerico progressivo (campo MDRMPCOV# nella tabella mdrmpcov.pat) del poligono situato a destra dell'arco in questione.
        LENGTH
        8
        18
        F
        6
        Lunghezza dell'arco espressa nell'unità di misura della copertura (metri).
        MDRMPCOV#
        4
        5
        B
        0
        Identificatore numerico progressivo dell'arco in questione.
        MDRMPCOV-ID
        4
        5
        B
        0
        Identificatore numerico dell'arco in questione attribuibile da parte dell'utente.
        TIPO
        3
        3
        I
        0
        Codice numerico dell'oggetto rappresentato dall'arco. Sono presenti i seguenti valori:
        1 -
        muro perimetrale di un edificio,
        2 -
        muro di divisione interna di un edificio (divisione in corpi di edificio),
        3 -
        muro perimetrale di un fabbricato precario,
        11 -
        muro di recinzione,
        12 -
        altro elemento di recinzione,
        20 -
        limite della viabilità non definito da un muro di recinzione o da un altro elemento di recinzione,
        29 -
        elemento di arredo urbano,
        100 -
        confine per deduzione tra due poligoni,
        129 -
        limite della viabilità non definito da un muro di recinzione o da un altro elemento di recinzione (elemento situato al di sotto della superficie di riferimento cartografico),
        999 -
        limite esterno dell'area descritta.
        LP_TIPO
        3
        3
        I
        0
        Valore numerico nel campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat del poligono identificato dal campo LPOLY#.
        RP_TIPO
        3
        3
        I
        0
        Valore numerico nel campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat del poligono identificato dal campo RPOLY#.
        LP_TIPO_U1
        3
        3
        I
        0
        Valore numerico nel campo TIPO_U1 della tabella mdrmpcov.pat del poligono identificato dal campo LPOLY#.
        RP_TIPO_U1
        3
        3
        I
        0
        Valore numerico nel campo TIPO_U1 della tabella mdrmpcov.pat del poligono identificato dal campo RPOLY#.
      5. mdrmpcov.pat - Tabella degli attributi poligonali (polygon attribute table):
      6. Campo
        W
        O
        T
        D
        Descrizione
        AREA
        8
        18
        F
        6
        Superficie del poligono espressa nell'unità di misura della copertura (metri quadri).
        PERIMETER
        8
        18
        F
        6
        Perimetro del poligono espressa nell'unità di misura della copertura (metri).
        MDRMPCOV#
        4
        5
        B
        0
        Identificatore numerico progressivo del poligono in questione.
        MDRMPCOV-ID
        4
        4
        B
        0
        Identificatore numerico del poligono in questione attribuibile da parte dell'utente.
        TIPO
        3
        3
        I
        0
        Codice numerico del tipo di area rappresentata dal poligono. Sono presenti i seguenti valori:
        0 -
        area non descritta,
        2 -
        edificio,
        3 -
        fabbricato precario,
        11 -
        sede stradale,
        12 -
        marciapiede,
        13 -
        sede stradale di cui è dubbia la fruibilità pubblica,
        14 -
        percorso pedonale,
        15 -
        spazio pedonale,
        16 -
        elemento di arredo urbano,
        17 -
        parcheggio,
        21 -
        cortile o sede stradale in area di pertinenza,
        22 -
        scalo ferroviario,
        31 -
        giardino o area di pertinenza non meglio definibile,
        32 -
        area verde inutilizzata o non meglio definibile,
        33 -
        parco.
        TIPO_U1
        3
        3
        I
        0
        Codice numerico del tipo di area, situata al di sotto della superficie di riferimento cartografico, rappresentata dal poligono. Sono presenti i valori 0, 11 e 16 (vedi descrizione del campo TIPO).
        AGGIORNAME
        1
        1
        I
        0
        Codice numerico relativo all'aggiornamento degli edifici. Sono presenti i seguenti valori:
        0 -
        il poligono in questione non rappresenta un edificio,
        1 -
        restituzione aerofotogrammetrica del 1983,
        2 -
        aggiornamenti tra il 1983 ed il 1995 ad opera dell'Assessorato all'Urbanistica,
        3 -
        aggiornamenti nel 1996 ad opera di CIDOC-IUAV e Consorzio Venezia Ricerche.
        EDIF-ID
        4
        10
        B
        0
        Identificatore numerico dell'edificio che il poligono in questione rappresenta o di cui fa parte. Il valore 0 (zero) indica che il poligono in questione non rappresenta un edificio o parte di edificio.
        ALTEZZA
        8
        8
        F
        6
        Altezza del corpo di edificio che il poligono in questione rappresenta espressa in metri. Il valore 0 (zero) indica che il poligono in questione non rappresenta un corpo di edificio o che il corpo di edificio in questione è stato aggiornato dopo il 1983 (EDIF-ID <> 1).
        VOLUME
        8
        10
        F
        6
        Volume del corpo di edificio che il poligono in questione rappresenta espressa in metri cubi. I valori sono stati ottenuti calcolando VOLUME = AREA * ALTEZZA.
        ZONA
        1
        1
        I
        0
        Campo obsoleto. Sono presenti i seguenti valori:
        0 -
        il poligono in questione non rappresenta un corpo di edificio,
        1 -
        corpo di edificio dell'area di Porto Marghera,
        2 -
        corpo di edificio del quartiere Marghera-Catene (senza l'area di Porto Marghera),
        3 -
        corpo di edificio del quartiere Piave-1866 (senza l'area di Via Torino),
        4 -
        corpo di edificio dell'area di Via Torino.
    7. Altre tabelle
      1. mdrmpcov.fl1 - Tabella delle frequenze del campo TIPO nella tabella degli attributi lineari:
      2. Campo
        W
        O
        T
        D
        Descrizione
        CASE#
        4
        5
        B
        0
        Identificatore numerico progressivo del caso in questione.
        FREQUENCY
        4
        5
        B
        0
        Frequenza.
        TIPO
        3
        3
        I
        0
        Valore nel campo TIPO della tabella mdrmpcov.aat
      3. mdrmpcov.fp1 - Tabella delle frequenze del campo TIPO nella tabella degli attributi poligonali:
      4. Campo
        W
        O
        T
        D
        Descrizione
        CASE#
        4
        5
        B
        0
        Identificatore numerico progressivo del caso in questione.
        FREQUENCY
        4
        5
        B
        0
        Frequenza.
        TIPO
        3
        3
        I
        0
        Valore nel campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat
      5. mdrmpcov.fp2 - Tabella delle frequenze del campo TIPO_U1 nella tabella degli attributi poligonali:
      6. Campo
        W
        O
        T
        D
        Descrizione
        CASE#
        4
        5
        B
        0
        Identificatore numerico progressivo del caso in questione.
        FREQUENCY
        4
        5
        B
        0
        Frequenza.
        TIPO_U1
        3
        3
        I
        0
        Valore nel campo TIPO_U1 della tabella mdrmpcov.pat

    La questione della documentazione dei dati geografici e dei dati attributi ad essi associati (generalmente si usa il termine Metadati Geospaziali) ha indotto gli scienziati dell'informatica geografica ad elaborare delle regole sintattiche precise per la loro compilazione. Chi volesse approfondire l'argomento e vedere come questi metadati geospaziali vengono codificati può consultare la pagina Web http://geochange.er.usgs.gov/pub/tools/metadata/standard/metadata.html dove viene presentato il relativo standard statunitense messo a punto dal Federal Geographic Data Committee (FGDC), oppure la pagina Web http://forum.afnor.fr/afnor/WORK/AFNOR/GPN2/Z13C/PUBLIC/WEB/ENGLISH/pren.htm dove, invece, viene presentato quello europeo a cura del Comitato Europeo di Standardizzazione (CEN).

    Per quanto riguarda le informazioni fornite ai precedenti sette punti, sono da chiarire alcune cose finore non trattate.

    A questo punto, conoscendo quindi la struttura dei dati, diventa abbastanza semplice impostare una visualizzazione dei dati associati ai poligoni della copertura MDRMPCOV con l'ausilio dell'editor di legende di ArcView.

    Il campo che si presta maggiormente ad una prima visualizzazione è senz'altro TIPO, ossia il tipo di superficie che ogni singolo poligono della copertura rappresenta. Per attivare il campo TIPO nel tema "Mdrmpcov" ed impostare la relativa visualizzazione è necessario eseguire quanto segue.

    1. Avviare l'editor di legende.
    2. Selezionare dalla casella a cascata "Fields:" la voce "Tipo" (che corrisponde al campo TIPO).
    3. Premere il pulsante "Classify...".
    4. Selezionare il pulsante di opzione "Unique Value" ("Valore Unico") che crea una voce di legenda per ogni singolo valore numerico presente nella tabella mdrmpcov.pat. Le altre due opzioni "Quantile" ("Quantile") e "Equal Interval" ("Intervalli Uguali") classificano la gamma di valori presenti in un numero di classi pari al valore indicato nella casella "Number of Classes". Per l'opzione "Quantile", il criterio di classificazione è quello della suddivisione in un numero eguale di casi: se ci sono, per esempio, 1000 poligoni e se si imposta "Number of Classes" a 5, ogni classe conterrà 200 poligoni. Per l'opzione "Equal Interval", invece, il criterio è quello della suddivisione in intervalli di valori uguali: se ci sono, per esempio, valori che vanno da 1 a 100 e "Number of Classes" è nuovamente impostato a 5, nella prima classe si troveranno tutti i poligoni che nel campo prescelto hanno valori da 1 a 20, nella seconda i poligoni con valori da 21 a 40 e così via.
    5. Dopo aver selezionato "Unique Value", la casella "Number of Classes" scompare. Ora si può premere il pulsante "OK".
    6. Ora l'aspetto dell'editor di legende è profondamente cambiato. Nella tabella dei simboli, compare un rettangolo con un colore diverso per ogni valore effettivamente presente nel campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat. Per vedere subito l'effetto sulla visualizzazione, è possibile premere ora il pulsante "Apply".
    7. Prima di procedere oltre, conviene ora sostituire le voci numeriche della legenda con voci testuali comprensibili anche a chi non conosce la struttura dei dati della copertura ed il significato dei valori numerici del campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat. Occorre quindi selezionare il pulsante di opzione "Labels".
    8. Selezionando con una pressione del tasto sinistro del mouse la cella che ospita il valore numerico della prima voce ("2"), si entra nella modalità di modifica e si può digitare sulla tastiera il testo che si intende visualizzare nella legenda accanto ai rettangoli colorati.
    9. Consultando la documentazione fornita relativa al campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat, è possibile inserire per ciascuna voce della legenda il relativo testo descrittivo.
    10. Per visualizzare il risultato delle modifiche apportare, è possibile premere nuovamente il pulsante "Apply".
    11. È ovvio che si dovrà, a questo punto, mettere mano ai colori con cui vengono rappresentate le singole voci della legenda. A questo proposito, si avvia l'editor di palette selezionando il primo rettangolo colorato ed eseguendo una doppia pressione del tasto sinistro del mouse.
    12. Appare una nuova finestra popup con la scritta "Fill Palette" nella barra del titolo, sei pulsanti con icone, un'area vuota, una casella di riepilogo con una serie di motivi di riempimento e una casella combinata "Outline" ("Linea di Bordo"). Risultano essere selezionati, in alto, il primo pulsante, poi, nella casella di riepilogo, il secondo motivo della prima riga (riempimento pieno) e, nella casella combinata, uno spessore della linea di bordo di 1 punto. Selezionando, uno alla volta, i sei pulsanti in alto, si vedrà come cambiano la scritta nella barra del titolo ("Fill Palette", "Pen Palette", "Marker Palette", "Font Palette", "Color Palette" e "Palette Manager" che indicano rispettivamente che è attiva la palette dei motivi di riempimento, degli stili di linea ossia delle cosiddette penne, dei simboli convenzionali associabili ad elementi puntuali, degli stili di testo ossia dei cosiddetti fonts, dei colori oppure che è attivo il gestore delle palette) e gli elementi della finestra.
    13. Senza chiudere la finestra popup delle palette, è possibile impostare i motivi di riempimento per ciascuna voce semplicemente selezionando, uno alla volta, con una pressione del tasto sinistro del mouse i vari rettangoli nella tabella dei simboli.
    14. Dato che, nel caso dei poligoni della copertura MDRMPCOV, le palette delle penne, dei simboli e dei fonts sono prive di significato, si può passare direttamente alla paletta dei colori premendo il quinto pulsante con l'icona che rappresenta un pennello stilizzato. L'aspetto della finestra popup presenta ora, oltre alla casella di riepilogo dalla quale selezionare i colori predefiniti e l'area vuota in alto, una casella a cascata con quattro voci: "Foreground" (colore di primo piano), "Background" (colore di sfondo, nel caso sia adottato un motivo diverso dal semplice riempimento pieno), "Outline" (colore della linea di bordo, nel caso nella paletta dei motivi di riempimento sia selezionata una voce nella casella "Outline" diversa da "None") e "Text" (colore del testo). È presente anche un pulsante "Custom..." ("Personalizzato...") che consente di 'miscelare' liberamente un colore con l'ausilio del modello di colore "HSV" (Hue-Saturation-Value, ossia Tinta-Saturazione-Valore).
    15. Senza chiudere la finestra popup delle palette, è quindi possibile impostare sia i motivi di riempimento che i colori per ciascuna voce passando semplicemente da un rettangolo all'altro e muovendosi tra le palette.
    16. Dopo aver impostato a proprio piacimento lo stile grafico complessivo con cui rappresentare le varie tipologie di poligoni, si può chiudere la finestra popup delle palette selezionando la voce "Close" dal menu di sistema della finestra delle palette.
    17. Si preme il pulsante "Apply" nell'editor di legende.
    18. Si chiude l'editor di legende selezionando anche qui la voce "Close" dal suo menu di sistema.

    Un'ultima cosa che, con ogni probabilità, si vorrà ora fare è cambiare il titolo della legenda. Il titolo "Mdrmpcov" assegnato automaticamente dal software è adatto sicuramente solo a chi conosce molto bene i dati trattati, ma non all'utente finale a cui è destinata la visualizzazione appena impostata. Si procederà quindi nel modo seguente.

    1. Dal menu "Theme" si seleziona il comando "Properties...".
    2. Nella casella di testo "Theme Name:" si digita il nome che si desidera assegnare al tema prescelto. Per esempio "Uso del suolo".
    3. Si preme il pulsante "OK".

    Visto che, oltre ai dati grafici, sono di particolare importanza nei GIS anche i dati attributi alfanumerici, ArcView consente - come del resto praticamente tutti i software GIS - di visualizzare con estrema facilità anche le tabelle degli attributi associati all'entità grafica prescelta (nel caso considerato i poligoni e la tabella degli attributi poligonali).

    1. Dal menu "Theme" si seleziona il comando "Table...".
    2. Appare una nuova finestra figla dell'applicazione con la scritta "Attributes of Uso del suolo" nella barra del titolo, una barra del menu completamente modificata ed una tabella con un aspetto simile a quelle dei programmi per la gestione dei fogli di calcolo come Microsoft Excel.

    Se ora si ritorna alla finestra "Untitled", selezionando dal menu "Window" la voce "1 Untitled", si vedrà che ora è selezionata l'icona con la scritta "Tables" e che, nella casella di riepilogo a destra è riportata la tabella degli attributi poligonali con la dizione "Attributes of Uso del suolo". Per rimuovere il mix tra inglese e italiano di questo titolo, si può ritornare alla finestra della tabella selezionando dal menu "Window" ora la voce "2 Attributes of Uso del suolo", selezionare dal menu "Table" il comando "Properties...", e digitare nella casella "Title" semplicemente "Uso del suolo", "Dati attributi dell'uso del suolo" o qualcosa del genere.

    Infine è possibile salvare sul disco fisso tutte queste impostazioni selezionando dal menu "File" il comando "Save Project" e indicare directory e nome del file di progetto (file con estensione .apr) che si intende assegnare. Questa operazione, ovviamente, non altera i dati visualizzati, ma soltanto le impostazioni di visualizzazione.

    A questo punto è possibile uscire da ArcView selezionando dal menu "File" il comando "Exit". Con ogni probabilità verrà di nuovo chiesto se si intende salvare le modifiche apportate al progetto. Dopodiché il controllo passa al sistema operativo.

    2.5. Il File di Progetto mdrmpcov.apr

    Una volta salvato un progetto come file sul disco fisso, è naturalmente possibile riaprirlo in qualsiasi istante per rivedere le visualizzazioni impostate in precedenza. Il file di progetto mdrmpcov.apr (estraibile dall'archivio TAR compresso mdrmp.tgz) contiene solamente una finestra "View" con i seguenti tre temi.

    Centroidi di MDRMPCOV:
    visualizzazione a mezzo di un simbolo convenzionale dei centroidi della copertura MDRMPCOV.
    Archi di MDRMPCOV:
    visualizzazione degli archi (linee) della copertura MDRMPCOV utilizzando il campo TIPO della tabella mdrmpcov.aat.
    Poligoni di MDRMPCOV:
    visualizzazione dei poligoni della copertura MDRMPCOV utilizzando il campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat.

    Esaminando i tre temi con l'editor di legende, si può vedere come il tema Poligoni di MDRMPCOV corrisponde esattamente al tema Uso del suolo predisposto poc'anzi in quanto è anch'essa costruita a partire da valori unici del campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat. Diversa è la situazione per il tema Archi di MDRMPCOV dove, invece, è stata utilizzata una classificazione dei valori del campo TIPO della tabella mdrmpcov.aat. A partire da una classificazione ad intervalli eguali, sono stati modificati manualmente (attivanto il pulsante di opzione "Values") i valori di riferimento: la prima classe ("Muri") contiene tutti gli archi con valori compresi tra 1 e 11, la seconda classe ("Recinzioni") contiene solamente gli archi con un valore uguale a 12, la terza classe ("Strade") contiene tutti gli archi con valori compresi tra 20 e 29 e, infine, la quarta classe ("Linee per deduzione") contiene tutti gli archi con valori tra 30 e 999. Il tema Centroidi di MDRMPCOV utilizza invece la tabella mdrmpcov.pat in quanto tabella di attributi di punti (centroidi) senza impiegare alcun campo specifico.

    Per quanto riguarda la struttura di un file di progetto di ArcView, è da dire che si tratta semplicemente di un file di testo che può essere consultato (e quindi anche modificato!) con un qualsiasi editor di testo come NOTEPAD, Microsoft Word, ecc.. Chi volesse consultare la struttura 'interna' di un file .apr senza correre il rischio di apportare per errore delle modifiche, può salvarsi sul proprio PC il documento Word step0002.apr.doc che è già formattato con una dimensione di caratteri di 5 punti (bisogna impostare lo zoom ad almeno il 150%) e disposto su due colonne di modo che il tutto trovi spazio su cinque pagine in formato A4.

    3. La Costruzione di una Interrogazione (Query) della Copertura

    Il passo successivo alla semplice consultazione dei dati grafici ed alfanumerici di una carta numerica consiste nella visualizzazione di informazioni non esplicitamente archiviate nelle tabelle della copertura.

    Un problema di questo genere potrebbe essere formulato ponendo il seguente quesito:

    Come posso rappresentare i soli perimetri degli edifici senza che vengano visualizzati i muri di divisione tra singoli corpi e senza che venga tracciata la linea perimetrale laddove un corpo di edificio viene 'tagliato' dal limite dell'area descritta?

    Ciò, ovviamente, non è possibile impostando una qualche legenda in base al campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat. Anche se si campissero i soli poligoni che rappresentano degli edifici (TIPO = 2) non ci sarebbe modo per non tracciare la linea di bordo del poligono nelle condizioni richieste dal quesito espresso sopra. Bisogna cominciare a partire dai dai contenuti nella tabella degli attributi degli archi (mdrmpcov.aat). Sebbene le linee con TIPO = 2 corrispondano effettivamente a tali condizioni, è tuttavia possibile arrivare al medesimo risultato tramite un'altra via. Si potrebbero, per esempio, fare le seguenti osservazioni.

    1. Considerando i campi LP_TIPO e RP_TIPO della tabella mdrmpcov.aat, si conosce per ogni linea il valore che ha il proprio poligono di sinistra ed il proprio poligono di destra nel campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat.
    2. Non si sa quale dei due poligoni che divide una linea venga considerato dal software "poligono di sinistra" e quale "poligono di destra" (se non procedendo ad un'analisi molto approfondita dei dati).
    3. Un muro perimetrale di un edificio deve avere, da un lato, un poligono definito come "corpo di edificio" (TIPO = 2) e, dall'altro lato, un poligono definito non come "corpo di edificio".
    4. Tra tutte le linee che corrispondono a questa condizione, bisogna scartare tutte quelle che sono definite come "limite esterno dell'area descritta" (TIPO = 999 nella tabella mdrmpcov.aat).

    Esprimendo queste condizioni con un linguaggio un po' più sintetico si potrebbe quindi dire:

    Seleziona tutte le linee
    dalla tabella
    mdrmpcov.aat
    dove
    LP_TIPO è uguale a 2 e RP_TIPO è diverso da 2
    oppure
    RP_TIPO è uguale a 2 e LP_TIPO è diverso da 2
    e
    TIPO è diverso da 999

    Esprimendo, poi, questa stessa frase con un linguaggio ancora più sintetico, utilizzando anche espressioni matematiche, si potrebbe dire:

    Seleziona tutto
    da
    mdrmpcov.aat
    dove
    (((LP_TIPO = 2) & (RP_TIPO <> 2)) | (( RP_TIPO = 2) & (LP_TIPO <> 2))) & (TIPO <> 999)

    Traducendo queste parole in inglese e sostituendo i simboli & e | rispettivamente con AND e OR si ottiene l'espressione

    SELECT *
    FROM MDRMPCOV.AAT
    WHERE (((LP_TIPO = 2) AND (RP_TIPO <> 2)) OR (( RP_TIPO = 2) AND (LP_TIPO <> 2))) AND (TIPO <> 999)

    che è un'espressione valida del Linguaggio di Interrogazione Strutturato (Structured Query Language, SQL) che funge da 'genitore' per quasi tutti i linguaggi di interrogazione dei software di gestione delle basi di dati.

    Nel caso del software ArcView, normalmente, non è necessario specificare né il comando SELECT né la clausola FROM e neppure la parola WHERE dell'ultima clausola. Quando si imposta un'interrogazione (query) con ArcView dovrebbe già essere chiaro di quale tabella degli attributi si parla (se ci si occupa di archi la tabella sarà la AAT, se ci si occupa di poligoni la tabella sarà la PAT e così via) e che si intendono selezionare tutti i campi della tabella. Ciò considerato, e considerato anche che ArcView utilizza i caratteri minuscoli per esprimere le condizioni dell'interrogazione e che i nomi dei campi devono essere racchiuse tra parentesi quadre, l'espressione si riduce semplicemente a

    ((([Lp_tipo] = 2) and ([Rp_tipo] <> 2)) or (([Rp_tipo] = 2) and ([Lp_tipo] <> 2))) and ([Tipo] <> 999)

    ArcView consente, inoltre, l'utilizzo dell'operatore XOR che, a differenza dell'operatore OR, è esclusivo. Ciò vuol dire che, mentre per l'operatore OR è sufficiente che una delle due espressioni sia soddisfatta, per l'operatore XOR deve essere soddisfatta una soltanto, ma mai tutte e due insieme. Ossia

    VERO or VERO restituisce VERO ,
    VERO or FALSO restituisce VERO ,
    FALSO or VERO restituisce VERO, ma solo
    FALSO or FALSO restituisce FALSO.

    Dall'altra parte

    VERO xor VERO restituisce FALSO,
    VERO xor FALSO restituisce VERO ,
    FALSO xor VERO restituisce VERO, e
    FALSO xor FALSO restituisce di nuovo FALSO.

    Dato che la condizione chiede che solo uno dei due poligoni sia definito come "corpo di edificio", l'intera prima parte della query può essere riscritta utilizzando l'operatore XOR ottenendo infine

    (([Lp_tipo] = 2) xor ([Rp_tipo] = 2)) and ([Tipo] <> 999)

    Avviando ArcView, aprendo il file di progetto step0001.apr (estraibile dall'archivio TAR compresso step0001.tgz) e consultando la visualizzazione "Archi di MDRMPCOV", si può immediatamente verificare se l'espressione funziona. Selezionando dal menu "Theme" il comando "Query..." viene avviato il "Query Builder" ("Costruttore di Interrogazioni") che è di nuovo una finestra popup che riporta nella barra del titolo il nome del tema prescelto (nel caso qui considerato "Mdrmpcov"). È possibile definire le espressioni interattivamente selezionando nomi di campi ("Fields"), operatori (i pulsanti al centro) e valori dei campi ("Values") oppure digitandole direttamente da tastiera nella casella di testo in basso a sinistra. Una volta verificato che nella casella di testo è riportata esattamente la stessa espressione scritta poc'anzi, si può premere il pulsante "New Set" ("Nuovo Insieme"). La finestra popup può essere chiusa e la visualizzazione evidenzia in colore rosso i soli perimetri degli edifici senza che vengano visualizzati i muri di divisione tra singoli corpi e senza che venga tracciata la linea perimetrale laddove un corpo di edificio viene 'tagliato' dal limite dell'area descritta, esattamente come richiesto all'inizio.

    Molto probabilmente non ci si accontenterà del fatto che la selezione appena impostata non sia permanente (selezionando, per esempio, con il mouse altri archi la selezione impostata con il costruttore di interrogazioni sarà perduta). Per rendere invece permanente una selezione in base ad un'interrogazione, è possibile includere l'espressione direttamente nella definizione del tema. Attivando la finestra "Perimetri degli edifici", selezionando il tema omonimo e richiamando il comando "Properties" dal menu "Theme", si vede che nella casella di testo al centro della finestra popup "Theme Properties" ("Proprietà del Tema") è riportata l'espressione di prima. Premendo il pulsante con l'icona che riporta un martello stilizzato e un punto interrogativo, si può infatti avviare il costruttore di interrogazioni ed eseguire una query direttamente al momento dell'impostazione del tema stesso.

    4. La Costruzione di una Relazione tra Tabelle

    Per avere il quadro completo di come si possono ottenere delle visualizzazioni con procedure man mano meno interattive, è opportuno considerare anche la possibilità di relazionare tra loro tabelle fisicamente indipendenti.

    Un esempio abbastanza semplice può essere quello di gestire la redazione delle voci testuali della legenda relativa all'uso del suolo non tramite l'immissione del testo direttamente da tastiera nell'editor di legende, bensì predisponendo un'apposita tabella di corrispondenza tra il codice numerico archiviato nel campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat e la descrizione testuale della singola voce. La tabella dovrebbe avere il seguente aspetto:

    TIPO
    DESCRIZ
    2
    corpo di edificio
    3
    edificio precario (baracca, tettoia)
    11
    sede stradale
    12
    marciapiede
    13
    sede stradale di cui è dubbia la fruibilità pubblica
    14
    percorso pedonale
    15
    spazio pedonale
    16
    elemento di arredo urbano
    17
    parcheggio
    21
    cortile o sede stradale in area di pertinenza
    22
    scalo ferroviario
    31
    giardino o area di pertinenza non meglio definibile
    32
    area verde inutilizzata o non meglio definibile
    33
    parco

    4.1. La Creazione di una Tabella con un altro Software

    Il modo più semplice di creare e modificare una tabella è quello di utilizzare un software ben noto e facile da usare, come per esempio Microsoft Excel. Il primo passo consiste quindi nell'avviare Excel e nell'inserimento delle 15 righe e due colonne esattamente come riportato qui sopra.

    Dopodiché occorre individuare un formato appropriato per salvare sul disco fisso il file appena creato. Il formato che, solitamente, si utilizza per scambiare dati alfanumerici organizzati in tabella è dBASE III, che è riconosciuto praticamente da tutti i software di gestione delle basi di dati. Prima di procedere al salvataggio, bisogna tuttavia accertarsi che se sono impostate correttamente le larghezze dei campi. A differenza dei normali fogli di calcolo, dove la larghezza delle celle viene generalmente indicata in centimetri, il formato dBASE III (come anche il formato interno di Arc/Info) richiede che venga specificata una larghezza per ogni campo espressa in caratteri di visualizzazione (che corrisponde alla specifica "Output Width" in Arc/Info). Si dovranno quindi eseguire il seguenti passaggi:

    1. Selezionare tutta la colonna "A".
    2. Selezionare il comando "Larghezza..." del sottomenu "Colonna" del menu "Formato".
    3. Digitare nella casella "Larghezza colonne:" il valore "3" (come nel campo TIPO della tabella mdrmpcov.pat).
    4. Premere il pulsante "OK".
    5. Selezionare tutta la colonna "B".
    6. Selezionare il comando "Larghezza..." del sottomenu "Colonna" del menu "Formato".
    7. Digitare nella casella "Larghezza colonne:" il valore "254" (che è la larghezza massima accettata dal formato dBASE III).
    8. Premere il pulsante "OK".

    Non bisogna preoccuparsi se, nella prima riga, la parola "TIPO" non viene visualizzata per intero (ormai non si ragiona più in termini di fogli di calcolo di Excel, ma in termini di database tabellare con larghezze dei campi). Per salvare effettivamente il file in formato dBASE III occorre ora

    1. selezionare con il mouse le 30 celle riempite con numeri o testo,
    2. selezionare il comando "Salva con nome..." dal menu "File",
    3. selezionare dalla casella a cascata "Tipo file:" la voce "DBF 3 (dBASE III) (*.dbf)",
    4. digitare un nome di file valido nella casella combinata "Nome file:" (per esempio "descpol1.dbf"),
    5. premere il pulsante "Salva".

    A questo punto si può uscire da Microsoft Excel ed avviare ArcView per aprire il file descpol1.dbf. Si procede quindi nel modo seguente:

    1. Si ricrea una visualizzazione dell'uso del suolo come indicato sopra, senza però preoccuparsi di impostare una legenda.
    2. Si passa alla finestra "Untitled".
    3. Si attiva l'icona "Tables".
    4. Si preme il pulsante "Add".
    5. Nella finestra popup "Add Table" si seleziona dalla casella a cascata "List Files of Type:" la voce "dBASE (*.dbf)".
    6. Spostandosi tra le directories visualizzate, si individua il file descpol1.dbf e lo si seleziona.
    7. Si preme il pulsante "OK".

    Per creare la relazione tra la tabella mdrmpcov.pat e la nuova tabella descpol1.dbf occorre ora aprire la tabella degli attributi del tema "Uso del suolo" ed eseguire il comando JOIN:

    1. Si passa alla finestra "View1".
    2. Si visualizza la tabella degli attributi eseguendo il comando "Table..." dal menu "Theme".
    3. Si dispongono una accanto all'altra le finestre "Attributes of Uso del suolo" (la tabella mdrmpcov.pat) e "descpol1.dbf" in modo tale da rendere visibili in entrambe le finestre i campi TIPO.
    4. Si passa alla finestra "descpol1.dbf" e si seleziona il campo TIPO spostandosi con il cursore sopra il pulsante con la scritta "Tipo" e premendo il tasto sinistro del mouse.
    5. Si passa alla finestra "Attributes of Uso del suolo" e si seleziona anche qui il campo TIPO.
    6. Si seleziona il comando "Join" dal menu "Table".
    7. Si espande a tutto schermo la finestra "Attributes of Uso del suolo" (la finestra "descpol1.dbf" è scomparsa).

    Come si vede, ora la tabella mdrmpcov.pat contiene anche il campo DESCRIZ proveniente dalla tabella descpol1.dbf. Ora si può tornare alla finestra "View1" per impostare la legenda.

    4.2. L'Utilizzo della Relazione per Redigere una Legenda

    Avviando quindi l'editor di legende, si noterà come nella casella a cascata "Field:" è adesso disponibile anche la voce "Descriz". Basterà quindi impostare i motivi ed i colori per la rappresentazione, e non bisognerà più, come prima, editare le voci della legenda.

    Questo, dunque, è un modo più razionale di impostare la legenda nelle visualizzazione costruite con l'ausilio di un software GIS. Quanto ad ArcView è comunque da dire che operare in questo modo presenta qualche inconveniente non trascurabile: Se si dovesse decidere di cambiare i valori testuali nella tabella descpol1.dbf, tali cambiamenti vengono sì recepiti al momento della riapertura del file di progetto salvato su disco, ma la legenda resta così come era stata al momento della sua creazione (con i nomi delle voci ormai non più attuali). Tuttavia, i software più 'intelligenti' come Arc/Info non commettono errori di questo genere, per cui in via di principio resta questa la strada maestra per impostare una legenda.

    Il file di progetto step0002.apr (estraibile dall'archivio TAR compresso step0002.tgz) contiene gli elementi appena illustrati e contiene anche una seconda visualizzazione che riporta di nuovo i perimetri degli edifici selezionati con l'ausilio della query discussa in precedenza.

    Il file di progetto step0003.apr (estraibile dall'archivio TAR compresso step0003.tgz) contiene invece una visualizzazione in cui è nuovamente presente la rappresentazione dell'uso del suolo impiegando il campo DESCRIZ della tabella descpol1.dbf relazionata e in cui tutti temi che riportano elementi lineari sono stati definiti in base a delle query della tabella mdrmpcov.aat. I temi lineari in questione e le relative queries sono:

    Perimetri degli edifici:
    (([Lp_tipo] = 2) xor ([Rp_tipo] = 2)) and ([Tipo] <> 999)
    Perimetri delle baracche:
    (([Lp_tipo] = 3) xor ([Rp_tipo] = 3)) and ([Tipo] <> 999) and ([Lp_tipo] <> 2) and ([Rp_tipo] <> 2)
    Delimitazione
    delle sedi stradali:
    (([Lp_tipo] = 11) or ([Rp_tipo] = 11)) and ([Tipo] <= 100)
    Muri:
    ([Tipo] = 11)
    Recinzioni:
    ([Tipo] = 12)
    Fronte strada di un edificio:
    (([Lp_tipo] = 2) and ([Rp_tipo] = 11)) or (([Lp_tipo] = 11) and ([Rp_tipo] = 2))


    Pagina creata il 3 aprile 1997, completamente modificata il 13 aprile 1997 e aggiornata il 22 aprile e il 22 maggio 1997.


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